Soldi : 20 EuroEconomia: produzione e reddito nazionale.

Art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana :
L
'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Lavoro

Dimensione dell' impresa

Un elemento importante per una valutazione statica dell’impresa  è la dimensione, anche se quest’ultima può essere intesa in due modi: puramente fisica o economica.. La dimensione fisica, per alcuni tipi di impresa, è data dalla superficie (capannoni, aziende agricole), dalla lunghezza (ferrovie e strade), dalla portata (navi ed aerei), mentre in altre è data dal numero dei componenti (esercito, associazioni). Ma questa dimensione di grandezza fisica non esprime, nel complesso, l’importanza di un’impresa  in confronto ad un'altra. Esempio- le aziende agricole: se un’azienda ha a disposizione 10 ha di terreno, la sua importanza data da ciò che coltiva; se coltiva in maniera intensiva fiori e piante o ortaggi, avrà sicuramente più importanza di un’altra che coltiva patate e cereali. Questo esempio può essere riproposto per qualsiasi tipo di impresa e di qualsiasi settore economico. I fattori produttivi sono comunque legati tra loro, e in un dato tipo di azienda, non possono variare oltre certi limiti dettati dalla natura  del processo produttivo stesso. Anche il totale dei salari pagati, la massa dei lavoratori ed il prodotto netto sono indici di dimensione. Tra i fattori di dimensione invece non fa parte il profitto, in quanto può risultare negativo anche se l’azienda è molto grande. Gli indici di dimensione economiche delle imprese industriali e commerciali sono i seguenti:

  1. NUMERO DEGLI ADDETTI: a seconda del capitale impiegato, un’impresa può essere considerata piccola o grande economicamente anche a parità di addetti. Ciò, quindi,  che lo distingue tra grande e piccola è il CAPITALE FISSO e/o il CAPITALE CIRCOLANTE, ma anche il CAPITALE PERSONALE (medici, avvocati, artisti) o un marchio famoso. Nella tavola 155, le imprese industriali americane che presentano almeno un operaio salariato a 500 $ di prodotto (1919) sono classificate secondo il totale dei salariati. Essa dimostra che i dipendenti sono soprattutto presenti nelle grandi aziende (Tav 156).
  2. SALARI PAGATI: statisticamente, le aziende basate sul numero degli addetti, risultano sullo stesso piano sia le aziende a manod’opera specializzata e ben retribuite, sia quelle con mano d’opera non specializzata. Si è capito che il criterio di considerare, la loro dimensione sulla base dei salari pagati, è migliore di quello che tiene conto degli addetti impiegati. Ma neanche questo criterio tiene, comunque, conto del valore della produzione e dell’investimento del capitale.
  3. CAPITALI E RISERVE: i capitali di talune imprese non formano oggetto di statistica (SRL, ditte singoli o familiari), nonostante l’insieme di queste imprese costituisca un elemento importantissimo. Il fatto che le ricerche sul capitale si basano su aziende anonime o con l’obbligo di esporre i bilanci, non danno la possibilità di avere un quadro completo delle imprese secondo la dimensione. In quelle che utilizzano un capitale solo a titolo di garanzia qualunque statistica non è attendibile. Solo in un ristretto ramo produttivo, esso, può fornire un indice  attendibile della relativa dimensione. Nella Tav 157 vi è riportata la ripartizione , secondo il capitale nominale, delle aziende in regime di S.P.A.  Il capitale è distribuito soprattutto nelle grandi aziende: 406 aziende detengono il 73,5% del totale. Questi dati però devono essere valutati con attenzione: la S.P.A. non è l’unica forma legale di azienda ed inoltre il capitale non può essere considerato come un indice certo della dimensione. E’ riportato qui di seguito un esempio: una società per azioni con capitale di 10 miliardi è controllata al 50% da un’altra società; dovremo quindi avere due società  una con 5 miliardi  e l’altra lo stesso. Ma in realtà l’impresa  è soltanto una e con capitale di 10 miliardi. Molto più complicato è se le società collegate  sono più di una perché potrebbe sembrare  che il capitale sia maggiore quando in realtà non lo è anche se il patrimonio reale (1938-1948) non ha subito variazioni mentre quello legale è aumentato di circa otto volte. A confronto, sempre dati del 1948, quello delle banche sono solo triplicati ed invece quello delle aziende di fibre tessili artificiali è moltiplicato per 17 volte. In definitiva il capitale legale, nei periodi di instabilità monetaria, non può essere considerato un indice delle dimensioni affidabile.
  4. PRODUZIONE FISICA: tutto quello che esce, nel tempo, dall’impresa prende il nome di produzione fisica ed esso viene sempre calcolato in maniera non monetaria (ettolitri d’acqua, tonnellate di pietre, numero di motoveicoli). Questo è un metodo di valutazione molto preciso che però non consente il paragone, portato nel tempo e nello spazio, tra le imprese, ad eccezione per quelle estremamente  simili nella produzione e nella qualità dello stesso prodotto. Questo problema è in parte risolvibile prendendo come valore non la quantità fisica, ma il valore (che però comporta alcune problematiche).
  5. VALORE TOTALE DELLA PRODUZIONE: se utilizziamo questo valore per esprimere la potenzialità dell’impresa, viene a cadere il problema della varietà dei prodotti ma si creerebbero comunque altri fattori  di incertezza dovuti dalle oscillazioni monetarie e quindi del loro potere d’acquisto. Nonostante tutto, il valore lordo della produzione è l’indice maggiormente utilizzato per indicare la grandezza dell’impresa.
  6. VALORE NETTO DELLA PRODUZIONE: se, tra aziende, esiste una parità del valore lordo produttivo, la dimensione, il capitale investito e la massa lavoro può risultare enormemente diversa tra le stesse aziende. L’unico calcolo fattibile per misurare la potenzialità economica dell’impresa è quello di calcolare il plusvalore che essa ha attribuito ai materiali adoperati, calcolando il totale delle somme  percepite dai fattori produttivi: interessi, salari e profitti. Per concludere il VALORE AGGIUNTO è dato dal valore lordo meno il valore delle materie prime, ed esso è anche identico alla somma dei dividendi, interessi, stipendi pagati nel tempo dell’impresa.

Studio Calderoni: dottore commercialista, revisore contabile a L'Aquila.

Studio Gambicchia: dottore commercialista, revisore contabile a Rieti.

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